TA的每日心情 | 郁闷 2015-11-6 18:52 |
---|
签到天数: 2 天 [LV.1]初来乍到
|
RIMINI. Il giorno della verità. Il giorno della passione, della sofferenza, di quelli che dopo il 30 giugno 2010, data della chiusura della Rimini targata Cocif, ogni tifoso biancorosso si augurava non si ripetessero più.
Oggi infatti si riunisce il Consiglio Federale della Figc (ore 11 nella sede di via Allegri), che chiarirà una volta per tutte in quale categoria giocherà il club di Biagio Amati nella prossima stagione. Anche stavolta dunque, come un anno fa, il campo non c’entra. Sul rettangolo verde i ragazzi di D'Angelo, comunicati Figc alla mano, si sono già guadagnati la Seconda Divisione, avendo sconfitto il 26 giugno la Turris nella finale play-off di serie D. Promozione automatica, a prescindere dal numero di formazioni iscritte alla Lega Pro, più precisamente. In effetti da Piazzale del Popolo attendono fiduciosi l'esito dell'assemblea, il tutto mentre prosegue la preparazione in ottica Lega Pro. Il Macalli pensiero. A mettere i bastoni tra le ruote ai biancorossi, il presidente della Lega Pro Mario Macalli, il cui pensiero è ormai noto anche ai muri: Rimini tra i “pro” solo se non si raggiungerà quota 76 squadre iscritte, e quindi ammesso in qualità di ripescato. E i romagnoli, dopo il consiglio federale del 18 luglio, risultavano la 76ª compagine in elenco. Ma a turbare i sonni dei tifosi riminesi la decisione del Tnas di accogliere il ricorso del Catanzaro (era il 27 luglio), riammettendolo di fatto in Lega Pro. Un verdetto che lascia più di una perplessità a Macalli. «La sentenza sul ricorso del Catanzaro mina al principio le fondamenta della Figc. Anche domani (oggi, ndr) voterò contro la loro partecipazione».
Poi inevitabilmente si passa a parlare del Rimini. «Molto probabilmente qualcuno è andato in Romagna a farsi bello, garantendo ai loro dirigenti la Lega Pro. E questa è la cosa più grave. Davano per scontato che molte squadre sarebbero saltate, invece non è stato così. Mi dispiace perché la società è in buona fede. La colpa è della serie D, dilettanti di nome e di fatto. Le regole sono impersonali, nessuno è contro nessuno». A questo punto l'unica soluzione plausibile è l'allargamento del lotto delle partecipanti a 77 squadre. « erò noi non vogliamo fare un girone zoppo - replica il numero uno di Lega Pro - Se poi il consiglio federale delibera in questo senso, ci appelleremo agli organi di giustizia».Gironi. Al termine del Consiglio Federale, la Lega Pro procederà alla composizione dei gironi. Per ribadire il carattere nazionale, non dovrebbe essere assecondato il criterio della vicinanza geografica, bensì quello della ripartizione verticale. |
|