Bse: prima i supermercati poi il Rimini se arriverà la salvezza

小碗馄饨

Nessuna nuova, buona nuova si dice, ma nel caso della trattativa tra Ac Rimini e Bse il discorso cambia. Partiamo da un punto: ma esiste ancora una trattativa?
Non esattamente, la trattativa per il passaggio di proprietà è a un punto morto ed è indissolubilmente legata alla trattativa ben più ampia che prevede l’apertura dei supermercati. Insomma, il Rimini è un chiavistello per arrivare all’obiettivo.
“La trattativa continua - sostiene l’avvocato Patimo che fa da trade-union tra le due parti - ma va avanti quella che riguarda lo sviluppo del piano industriale. Un’operazione che deve essere sostenuta dalle banche, ci sono margini per portarla a termine anche se il gruppo Bse ha dovuto cambiare strategia”.Un mesetto fa, più o meno, tutto sembrava fatto, poi cosa è successo? “Sono cambiate le carte in tavola (cioè il dietrofront della famosa banca del nord che a catena ha coinvolto anche le due banche riminesi, che hanno ridotto l’impegno o rinunciato, ndr) e in un certo senso si è dovuti ripartire da capo rivolgendosi ad altre banche. Il gruppo Bse è sempre stato chiaro: l’apertura di 11 supermarket più una piattaforma e per quello che riguarda il calcio, l’aumento di un milione di capitale sociale più 500.000 euro di sponsorizzazione”.Ma alla Bse il calcio a Rimini interessa ancora? “Certo, ma solo quando la trattativa industriale sarà conclusa positivamente. Il Rimini resta sempre una buona opportunità”. E’ vero che i vertici Bse hanno chiesto ai soci dell’Ac Rimini di reggere fino a giugno? “Sì”. E la risposta quale è stata? “Non ce la facciamo”. Quindi? “Non diamo agli sportivi certezze che in questo momento non ci sono, soprattutto non ci sono a breve”. E la Bse, che ha dato come scadenza giugno proprio per capire che fine farà la squadra di D’Angelo, prenderebbe la società anche in serie D? “Diciamo che la salvezza è prioritaria, professionismo o dilettantismo farebbe una certa differenza”. Cioè, il Rimini in serie D non interessa a nessuno, tantomeno alla Bse. Ma allora, visto che la società è al capolinea, la squadra la sta seguendo e i tifosi hanno il morale sotto i tacchi, perchè Americo Romano e compagnia non fanno un piccolo sforzo con un piccolo aiuto adesso?E la famosa lettera inviata da Americo Romano ai giocatori biancorossi prima di Rimini-Renate? C’è chi l’ha vista come biglietto di (auto) ingresso. “Era una sorta di in bocca al lupo per il campionato, nient’altro”.Cosa ne pensa dell’ancora di salvezza lanciata da Antonio Esposito presidente del Città di Marino? “L’ho incontrato allo stadio in occasione di Rimini-Bellaria, se non si concretizza la trattativa con la Bse, potrebbe essere una possibilità, ma è solo una mia impressione”.Ha sentito Biagio Amati ultimamente? “Sì, anche domenica. Il presidente è in evidente difficoltà, ma in questo momento sono sfiduciati tutti gli otto soci maggiormente coinvolti. Per questo la città di Rimini dovrebbe dare un segnale: una sottoscrizione popolare o qualsiasi altra iniziativa per far sentire l’appoggio all’attuale proprietà”.Intanto ad aprile è fissata la prossima scadenza per il pagamento degli stipendi di gennaio e febbraio. In questo momento non ci sono assolutamente le condizioni e soprattutto le risorse economiche per pagarli, anche se un’eventuale penalizzazione verrebbe scontata nel prossimo campionato: se ci sarà un campionato.Si è parlato anche di calcio nell’incontro della scorsa settimana con il sindaco Gnassi? “Per il 90% abbiamo parlato del piano industriale”. Sperando che il restante 10% sia stato destinato al calcio, perchè se le cose proseguiranno senza auspicati colpi di scena, la patata bollente tra qualche settimana scotterà proprio nelle mani del sindaco. Tre anni fa la giunta precedente si bruciò e tanto sottovalutando e poi gestendo malissimo l’annunciato e anticipato disimpegno della Cocif.