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Paolo Bravo si dimette da Direttore Sportivo del Rimini

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发表于 2013-5-4 11:10:46 | 只看该作者 回帖奖励 |倒序浏览 |阅读模式
"Sono qua per ufficializzare le mie dimissioni - attacca Paolo Bravo -. Il presidente mi ha comunicato dell'ingresso di Mauro Traini. Ci siamo visti insieme e mi hanno elencato quello che vorrebbero fare per il futuro e poiché ho sempre risposto in prima persona per quello che ho fatto ho detto che non faccio il collaboratore di nessuno".

Che addio è stato?
"E' stato un addio gentile. Io so che il presidente mi considera una persona seria, sono sicuro della sua stima come sono convinto della stima dei soci nei miei confronti. Sono assolutamente tranquillo e sereno".

Le dimissioni arrivano anche se l'ingresso di Traini non è ancora stato ufficializzato.
"L'ufficializzazione di Traini è un po' il segreto di Pulcinella. Io ho parlato direttamente con le persone interessate.
Mi dimetto perché io non collaboro con persone diverse da quelle con cui ho lavorato finora".

E' stata una decisione sofferta?
"C'è la parte emozionale, che è la più tartassata, e quella razionale. Ho fatto una valutazione.
Hanno cercato di convincermi a rimanere, non ultimo il presidente, che lunedì mi ha convocato nel suo ufficio alle 10,30, io gli ho ribadito quello che pensavo".

Paolo Bravo continuerà a seguire il Rimini?
"Continuerò a seguire il Rimini, anche perché ci sono delle cose che ho portato avanti".

Adesso il Rimini dovrà cercare un nuovo Direttore Sportivo, figura che deve essere presente in un organigramma societario.
"Prima di fare questo passo ho chiamato l'avvocato della Lega, Bonanni. Non c'è un termine preciso per rimettere a posto il ruolo. Soprattutto in occasione del finale di stagione, come in questo caso, viene data la possibilità di chiudere la stagione. Le scelte delle persone non sono legate ai contratti. La tempistica non l'ha scelta Paolo Bravo".

In questo momento prova più rabbia o delusione?
"Non ho né rabbia né delusione, ho tristezza dal punto di vista umano e serenità dal punto di vista lavorativo".

E' poi la volta dei ringraziamenti.
"Ringrazio la Società che mi ha dato questa possibilità dopo aver chiuso la carriera da calciatore, ringrazio le persone con cui ho lavorato e voi perché il nostro è sempre stato un rapporto improntato sulla correttezza: avete sempre avuto un occhio di riguardo per me. E ringrazio la gente di Rimini, che mi ha sempre dimostrato rispetto. Questo non vuol dire che non posso essere criticato perché fa parte della storia di un personaggio pubblico e dello sport".

Come giudica questa annata?
"Credo sia stata una stagione fantascientifica. La società ha avuto dinamiche particolari. E' iniziata la stagione e abbiamo cercato di ringiovanire la squadra e aumentare il tasso tecnico. C'è stato il "bluff" dello sponsor JetSet, poi c'è stata la trattativa con BSE dove noi per il mercato avevamo pensato qualcosa e con l'ingresso di questa nuova cordata gli obiettivi si sono spostati. Gli unici tre nomi reali e non fantascientifici erano quelli di Olivi, per il quale la trattativa era chiusa, Iannini, e Adrian (Ricchiuti, ndr) più difficile ma non per il bene che sicuramente Adrian vuole al Rimini ma perché gioca in serie A e il Catania non l'avrebbe lasciato andare. Fino all'ultimo giorno di mercato noi avevamo in mano questi giocatori. Poi questa trattativa si è arenata, al mercato non abbiamo potuto fare operazioni. Sfido chiunque al 31 gennaio alle 18 a imbastire un'altra trattativa. Forse qualcun altro sarebbe riuscito a farcela. Lo dico seriamente, non per fare polemica.
Poi c'è stata la situazione di Esposito, comunque credo che a livello di squadra e tecnico avrebbe potuto fare poco. A livello di mercato i giochi erano già chiusi, magari avrebbe potuto prendere qualche svincolato. Poi Esposito è sparito, non entro nel merito della vicenda. Ci sono state poi una serie di coincidenze di squadra, infortuni, squalifiche, anche responsabilità mie, a livello tecnico e dei giocatori.
Negli ultimi mesi si parlava più di cordate che di questioni tecniche.
Tutte queste situazioni non hanno certo favorito la squadra.
Purtroppo quest'anno per varie vicissitudini non legate alla volontà dei protagonisti la squadra ha accusato quanto è accaduto attorno".

Come vede il futuro immediato del Rimini?
"In una situazione così diventa difficile fare un progetto. Almeno questa è la mia opinione. Devi cercare di salvarti e poi arrangiarti. Diventa difficile che le menti delle persone siano proiettate alla lunga.
Io spero per la Rimini Calcio che non si chiudano i cancelli e che la società vada avanti".

C'è un parallelo con la messa in liquidazione della società da parte della Cocif?
"Non ho vissuto in prima persona l'anno della chiusura della Cocif perché ho smesso di giocare l'anno prima. Era una situazione difficile perché era stato fatto un appello alla città che è caduto nel vuoto, è stato sottovalutato. Invece i dirigenti della Cocif hanno mantenuto fede a quello che avevano detto. Non credo nella cattiva fede di Benedettini e della famiglia Bellavista nel chiudere una cosa a cui erano sicuramente affezionati e a cui hanno dato tantissimo".

Qual è stato il momento più bello e quale il momento più brutto?
"Il momento più bello da dirigente, a parte aver vinto un campionato tramite i play off, e questa è una soddisfazione, è un altro. La cosa più importante che abbiamo fatto con Giovanni (Sama, ndr) è stato prendere Taddei. Quel giorno eravamo molto contenti, è un giocatore per la categoria fenomenale. Il più brutto questo".

Se Traini alla fine non dovesse entrare, potrebbe tornare sui suoi passi?
"Se continuassi il lavoro con il Rimini perché Traini non dovesse entrare lo farei da volontario".

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